22/11/2016

FederASMA e ALLERGIE per la prevenzione delle patologie del respiro

FederASMA e ALLERGIE, organizzazione senza fini di lucro, dal 1994 riunisce le principali associazioni italiane di pazienti che sostengono la lotta all’asma e alle allergie. L’informazione, la gestione ed il controllo della malattia sono punti essenziali per il paziente con problemi respiratori, per questo è impegnata, in collaborazione con le più importanti Società Scientifiche dell’area pneumologica e allergologica, a promuovere iniziative volte a sollecitare le Istituzioni ad adottare decisioni politico-sanitarie a tutela dei pazienti stessi.

In occasione dell’annuale Giornata Mondiale della BPCO ha organizzato a Roma una giornata di informazione ed educazione sulle malattie respiratorie con la collaborazione di medici specialisti che hanno effettuato una spirometria gratuita per verificare la funzionalità respiratoria. L’evento si è svolto con la sponsorizzazione di Novartis.

Le patologie dell’apparato respiratorio costituiscono un grave problema che tende naturalmente ad acuirsi durante l’autunno e l’inverno. L’esposizione al freddo, infatti, rende più frequenti patologie come raffreddore, influenza, bronchite, rinite e rende gravi quelle croniche come l’Asma Allergica e la BPCO che a causa di stili di vita non corretti (fumo di tabacco, alcol), dell’esposizione professionale a sostanze irritanti (polveri, agenti chimici, fumi e vapori), dell’inquinamento atmosferico e domestico e dell’invecchiamento della popolazione, stanno aumentando in questi ultimi anni in tutto il mondo.

L’Asma è un problema mondiale: secondo l’OMS nel mondo ne soffrono tra i 100 e i 150 milioni di persone. La Global Initiative for Asthma (GINA) stima che in Europa ci siano oltre 30 milioni di asmatici. LAsma Allergico Grave, che colpisce bambini e adulti, è una patologia complessa caratterizzata da una produzione eccessiva di immunoglobuline E (IgE) da parte dell’organismo, in risposta agli allergeni ambientali quali acari della polvere, pollini e muffe. Le linee guida GINA stabiliscono come obiettivo primario nella gestione del paziente il raggiungimento del controllo ottimale della patologia. Non controllare la patologia comporta il persistere dei sintomi e l’insorgere di frequenti riacutizzazioni che spesso possono causare l’ospedalizzazione e, addirittura, mettere a rischio la vita di chi ne è affetto.

La BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) è una malattia dell’apparato respiratorio caratterizzata da un’ostruzione progressiva delle vie aeree, parzialmente o non reversibile, associata ad infiammazione cronica che colpisce i polmoni e le vie aeree con conseguente importante riduzione della funzionalità respiratoria. Il fumo di tabacco è la causa più comune della condizione insieme ad altri fattori, quali l’inquinamento dell’aria e raramente associata a forme genetiche. Colpisce il 5% della popolazione nel mondo (329 milioni di persone) e l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) stima che la BPCO possa essere nel 2030 la terza causa di morte. La progressiva diminuzione della funzione polmonare si manifesta clinicamente con il sintomo principale la dispnea (senso di fatica nel respirare) riducendo inevitabilmente la qualità di vita e diventando una condizione progressivamente invalidante che condiziona lo svolgimento di abituali attività fisiche quotidiane (camminare, salire le scale e persino nel vestirsi o lavarsi).

Tosse, catarro e affaticamento nel respiro sono i campanelli d’allarme di questa patologia respiratoria cronica che se non curata può portare all’insufficienza respiratoria e, nelle fasi più gravi, all’ossigenoterapia. La diagnosi di BPCO dovrebbe essere presa in considerazione in ogni persona, di età superiore a 35-40 anni, che lamenta mancanza di respiro, tosse cronica, espettorazione, raffreddori invernali frequenti e una storia di esposizione a fattori di rischio per la malattia.

Un corretto inquadramento diagnostico permette l’individuazione di un’adeguata strategia terapeutica, i cui obiettivi si prefiggono nella BPCO anche di ridurre il sintomo principale, la dispnea, garantendo al paziente di svolgere le normali attività quotidiane.

La BPCO è decisamente sotto diagnosticata e risulta essere una condizione patologica gestita in maniera non ottimale dal punto di vista diagnostico/terapeutico anche perché non è sufficientemente percepita come malattia vera e propria e non è percepita la gravità delle complicanze ad essa legate.

In considerazione di queste motivazioni, FederASMA e ALLERGIE Onlus, da anni conduce campagne di informazione volte a far sì che il maggior numero di persone possa essere edotto nei confronti delle patologie respiratorie, spesso sotto diagnosticate, per mettere in atto le migliori forme di prevenzione. Tra queste la Spirometria, un esame che può rivelare i primi sintomi e, se del caso, indirizzare ad una visita medica specialistica più approfondita.

Prevenzione, conoscenza dei sintomi e diagnosi precoce per chi soffre di BPCO, così come per l’asma allergia e le allergie, significa intervenire in modo efficace con un piano terapeutico adeguato, permettendo di frenare il progredire della malattia” afferma Carlo Filippo Tesi, presidente di FederASMA e ALLERGIE Onlus. “La nostra Federazione da sempre è impegnata per sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni sulla necessità di mettere a disposizione dei pazienti, e dei loro familiari, tutti gli strumenti informativi utili a gestire al meglio la loro quotidianità spesso compromessa dalla malattia.”

Oggi è possibile contare su terapie efficaci nella gestione dei sintomi della BPCO, che da un lato consentono di mantenere una buona qualità di vita, dall’altro riducono i rischi di riacutizzazioni con conseguenti ricoveri ospedalieri.

Grandi passi sono stati compiuti dalla ricerca scientifica che oggi trova, nella duplice broncodilatazione, la terapia di riferimento.Come sottolinea Paola Rogliani, Professore di Malattie dell’apparato respiratorio dell’Università di Roma “Tor Vergata” e Direttore dell’ Unità Operativa di “Malattie Respiratorie” del Policlinico Tor Vergata, “Le patologie respiratorie sono in costante aumento e tendono purtroppo ad essere sotto diagnosticate; le patologie ostruttive, sia Asma che BPCO, colpiscono milioni di nostri connazionali. Importante è una corretta diagnosi con un esame semplice e non invasivo, la spirometria, per una successiva e irrinunciabile gestione e controllo della malattia. Nella BPCO, secondo quanto riportato in tutte le raccomandazioni nazionali ed internazionali, la broncodilatazione è il cardine del trattamento in tutti gli stadi di malattia, in monoterapia o in associazione con altre molecole. Attualmente disponiamo di farmaci in grado di indurre una persistente broncodilatazione a lunga durata d’azione con importanti effetti sul miglioramento della qualità della vita dei pazienti, come dimostrato da numerosi studi. Il risultato è ancora più evidente quando si associano due broncodilatatori con diverso meccanismo di azione, la cosiddetta doppia broncodilatazione. Oggi per il paziente affetto da BPCO, grazie alla continua ricerca in campo farmacologico, abbiamo a disposizione molteplici possibilità compresa la doppia broncodilatazione in associazione in un unico dispositivo inalatorio. Assumere insieme i farmaci permette un’azione che si sviluppa contemporaneamente e in sinergia con significativi vantaggi in termini di efficacia terapeutica e con implicazioni in termini di aderenza al trattamento da parte dei pazienti”.

I vantaggi della duplice broncodilatazione sono anche confortati da un basso livello di effetti collaterali, in particolare senza le possibili complicazioni correlate con l’uso degli steroidi inalatori quali osteoporosi, alterazioni della glicemia e insorgenza di infezioni polmonari come le polmoniti, oltre che riduzione delle riacutizzazioni come si evince dallo studio Flame.

Per informazioni: www.federasmaeallergie.org

 

 

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