28/05/2020

Export agroalimentare italiano extra- EU: buona tenuta nonostante il coronavirus

L’impatto della pandemia da Coronavirus sull’export alimentare italiano si è fatta sentire, ma il bilancio dei tre mesi appena conclusi in generale è piuttosto confortante. Sono queste le conclusioni di un’indagine condotta da Confagricoltura, che ha analizzato le esportazioni italiane di 14 categorie di prodotti agricoli e alimentari verso i Paesi extra- UE nel periodo compreso fra gennaio e aprile 2020. 

Secondo i dati forniti dall’Agenzia delle Dogane le esportazioni extra-UE sono cresciute del 3,7%. 

Ma analizzando le diverse categorie merceologiche, si notano diverse differenze. Se per gli ortaggi l’aumento si è attestato intorno al 30% e per le carni al 25%, per prodotti da forno, frutta e ortaggi trasformati e salumi la crescita è stata del 15%. Olio d’oliva e riso si sono fermati rispettivamente all’11% e al 10%.

Sono andate meno bene, invece, le esportazioni di fiori e piante (-25%), paste alimentari (-14%),  frutta (-9%) e carni conservate (-8%). 

In sintesi, nove delle quattordici categorie di prodotti esaminate hanno esportato di più nel 2020 e, di queste, sette hanno avuto incrementi superiori al 10%. Per quanto riguarda le cinque categorie di prodotti con valore dell’export in flessione, tre hanno fatto segnare un’andamento negativo superiore al 10%.

Se poi mettiamo a confronto alcuni dati 2019 e 2020 di ciascun mese del primo quadrimestre dell’anno, possiamo collocare molto bene vini e spumanti, ma anche formaggi e latticini, che hanno segnato una forte crescita in gennaio (+24% e +60%), seguita tuttavia da andamenti negativi nei tre mesi seguenti.

Positivo, invece, il periodo febbraio-aprile per i cereali e l’olio d’oliva. Mentre la pasta, dopo i primi tre mesi di forte crescita, in aprile ha registrato una flessione del 48%.

La conclusione dell’ufficio studi di Confagricoltura è che “siamo di fronte ad un contesto del tutto anomalo, in grande e costante modificazione dove almeno per il momento non è possibile reperire tendenze ragionevolmente consolidate. E non sembra che si siano fin qui verificati significativi ostacoli al trasporto delle merci”. 

Infatti, se per alcune categorie di prodotti la flessione è giustificata, come nel caso di vini e spumanti, a causa della chiusura o della riduzione della frequentazione di ristoranti, bar e alberghi, è più difficile spiegare la costante crescita delle esportazioni di ortaggi e la costante riduzione delle esportazioni di frutta (due dei pochi settori che confermano l’andamento in tutti e quattro i mesi presi in esame).

Sempre secondo i dati forniti da Confagricoltura nel 2019 “il valore delle esportazioni italiane dei settori agricolo e dell’industria alimentare è stato complessivamente di 44,6 miliardi di euro, di cui 6,8 miliardi di euro per i prodotti agricoli (15%) e 37,8 miliardi di euro per i prodotti dell’industria alimentare (85%).

Le esportazioni verso i Paesi Extra-UE valgono 16,3 miliardi di euro, pari al 37% del totale. Il 91% del valore (14,9 miliardi di euro) si riferisce ai prodotti dell’industria alimentare, il restante 9% (1,4 miliardi di euro) ai prodotti agricoli. Il Paese Extra-UE principale acquirente dei prodotti agricoli italiani è la Svizzera (326 milioni, pari al 23,1% del totale), seguita da Emirati Arabi Uniti (104, 7,3%) e Stati Uniti (101, 7,2%). Per quanto riguarda i prodotti dell’industria alimentare, primo acquirente sono gli Stati Uniti (4,55 miliardi pari al 30,6% del totale); seguiti da Giappone (1,85, 12,4%) e Svizzera (1,26, 8,5%)”.

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