Da sempre Identità Golose è un’ appuntamento strategico per fare il punto sullo stato dell’arte del mondo della ristorazione internazionale e della gastronomia. Dopo vari rinvii, è stata fissata ufficialmente la data della prossima edizione, dal 24 al 26 ottobre 2020. Un’edizione che sarà ancora una volta l’occasione per riflettere sulle scelte, sulle prospettive e sui trend che faranno la differenza e guideranno lo sviluppo del settore. Tutto questo grazie al dialogo fra cuochi, pasticceri, pizzaioli, gelatieri, uomini e donne di sala, artigiani, professionisti della comunicazione e imprenditori attenti ai temi della relazione, della qualità e dell’innovazione.
Il congresso internazionale si svolgerà sempre al Mi.Co di Milano, e sarà un’evento doppio: racconterà cambiamenti e sfide che attendono la ristorazione post-Coronavirus.
“Costruire un nuovo futuro”, è il tema del congresso, che sarà concepito in modo diverso, a iniziare dalla sua digitalizzazione, sulla base del fatto che in questi mesi si è verificato un forte sviluppo del web. Come spiegano i fondatori di identità Golose, Paolo Marchi e Claudio Ceroni “andrà ridiscusso l’intero mondo della ristorazione. La pandemia, infatti, ha messo in discussione la convivialità, quell’insieme di relazioni e di scambi che quotidianamente prendevano forma attorno a una tavola e davanti a un buon piatto di grande cucina. Il vero dramma sociale è stato l’azzeramento della convivialità e delle relazioni umane che avvenivano attorno alla tavola. Nello stesso tempo siamo stati proiettati in un mondo nuovo: ci sono tanti elementi che prima non esistevano o erano marginali. Due, su tutti: l’irruzione definitiva del digitale e l’allargamento delle fasce orarie nel mondo ristorativo, fattore che oggi risponde a esigenze strettamente contingenti (serve a recuperare i coperti persi col necessario distanziamento sociale), ma che in realtà può essere fertile anche in futuro (dà modo al personale del ristorante di proporre un lavoro più accurato, tanto per fare un esempio), specie in momento in cui la maggior diffusione dello smart working consente maggiore flessibilità nella nostra programmazione di ogni giorno” .