15/04/2021

Il Covid non piega il settore Food&Beverage italiano

Nel 2020 il settore Food&Beverage ha limitato i danni causati dalla pandemia. A rivelarlo è  The European House – Ambrosetti, che il prossimo 4 e 5 giugno organizzerà la quinta edizione del Forum dedicato al Food & Beverage che si candida a diventare punto di riferimento per un comparto strategico per la ripresa del Paese. Location della due giorni di evento, Bormio, uno dei simboli della Valtellina.

L’industria agroalimentare, dunque, ha saputo reggere l’urto violento della pandemia dentro i confini nazionali, mentre è addirittura cresciuta sul fronte export, confermandosi anche in tempo di crisi, un pilastro della nostra economia: lo scorso anno – rilevano le analisi The European House – Ambrosetti – ha generato un valore aggiunto pari a 64,1 miliardi di euro, di cui 31,2 mld generati dal settore F&B, in leggero calo dell’1,8% rispetto al 2019, e 32,9 mld provenienti dal comparto agricolo. Un andamento che ha accusato gli effetti della pandemia, ma segnando pur sempre una performance generale migliore rispetto al dato di contrazione avvertito sul Pil nazionale (- 8,9%).

L’Italia è il 2° Paese in Europa per incidenza del settore agroalimentare sul PIL (3,8%), preceduto solo dalla Spagna (4,0%) e più alta di quella che si registra in Francia (3,0%) e Germania (2,1%)”– afferma Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti “Con 64,1 miliardi di Euro di Valore Aggiunto generato nel 2020, il settore agroalimentare si conferma al 1° posto tra le “4A” del Made in Italy, 1,9 volte l’automazione, 2,8 volte l’arredamento e 3,2 volte l’abbigliamento. Il Valore Aggiunto generato dal settore agroalimentare italiano vale 3 volte il settore automotive di Francia e Spagna e più del doppio della somma dell’aerospazio di Francia, Germania e Regno Unito. Non solo. Il settore Food&Beverage si è dimostrato il più resiliente alla crisi COVID-19 tra tutti i settori della manifattura italiana, con una riduzione del Valore Aggiunto pari a -1,8% nel 2020, rispetto al -8,9% del totale dell’economia italiana”.

Inoltre, nonostante le oggettive difficoltà legate allo spostamento delle merci da un Paese all’altro e alle restrizioni che hanno penalizzato molti canali di vendita, le esportazioni dei prodotti agroalimentari italiani hanno segnato lo scorso anno una crescita dell’1,8%, raggiungendo un valore record di 46,1 miliardi di euro. Le bevande rappresentano la categoria più venduta al di fuori dei confini e generano oltre un quinto del fatturato (20,6%), mentre Germania, Francia e Stati Uniti rimangono i Paesi di maggiore approdo dell’export made in Italy.

C’è comunque del terreno da recuperare rispetto ai principali peers europei dell’Italia che esportano di più a livello di Food&Beverage, vale a dire Germania (75,2 mld), Francia (62,5 mld) e Spagna (54,8 mld). Un gap che il Bel Paese potrebbe colmare cercando ulteriori spazi in mercati in crescita, in primis quello cinese che non rientra ancora nei primi dieci bacini di approdo delle merci italiane. Una sfida per questo 2021 che dovrà anche vedersela con i possibili ed indesiderati effetti della Brexit che potrebbero pesare quest’anno sull’export nostrano. Un timore da non sottovalutare, visto che, il Regno Unito, conta per il 12% sull’intero fatturato dai prodotti agroalimentari italiani commercializzati al di fuori dei confini nazionali.

Sulla base di questi dati, la discussione e l’analisi si sposterà a Bormio. Le parole chiave di questa edizione saranno ‘alimentazione, salute e sport’. La corretta alimentazione dovrà guidare le scelte per contrastare l’avanzata di patologie e fattori di rischio causa di obesità che coinvolge oggi il 45,5% degli italiani adulti e quasi il 30% dei bambini, dati che molti studi prevedono in aumento a causa del perdurare della pandemia.

Dopo il fumo, e prima dell’abuso di alcool, è infatti la cattiva alimentazione il primo fattore di rischio per la salute in Italia. Dati acuiti da uno stile di vita sempre più sedentario, con un 1/3 della popolazione che non pratica alcuno sport né attività fisica, percentuale che cresce ulteriormente al Sud, dove la combinazione tra scorretta alimentazione e sedentarietà è ancora più rilevante.

Scelta non a caso per ospitare la 5° edizione del Forum, la Valtellina rappresenta una fetta di territorio nazionale particolarmente preziosa sotto il profilo agroalimentare –per la tradizione unica e le molte eccellenze del Made in Italy, dalla Bresaola della Valtellina IGP, al Casera DOP, dal Bitto DOP ai Pizzoccheri IGP, dai vini DOCG alle mele IGP -, per lunione virtuosa con ambiente e territorio e per l’indotto economico generato: basti citare il dato dellexport riferito alla provincia capoluogodi Sondrio.

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