14/07/2021

Vola il mercato del bio

I prodotti biologici volano sempre più in alto. Nel 2020, complice la pandemia, l’attenzione dei consumatori al mondo bio è aumentata, legandosi a doppio filo con i temi della salute, del rispetto dell’ambiente e della sostenibilità.

Sul piano produttivo l’Italia è al primo posto in Europa per numero di aziende agricole impegnate nel settore. Secondo il rapporto “Bio in cifre 2020” dell’Ismea, presentato da Coldiretti in occasione della pubblicazione dello studio Annuale del Sinab,  Sistema di Informazione Nazionale sull’agricoltura biologica:nel 2019 gli operatori bio erano 80.643, in crescita del 2% rispetto al 2018, mentre le superfici coltivate a biologico sono arrivate a sfiorare i 2 milioni di ettari, con un rialzo sempre del 2%. Dal 2010 al 2019 il numero degli operatori è cresciuto del 69%, mentre gli ettari di superficie biologica coltivata sono aumentati del 79%.

Nel 2019, sempre secondo i dati di Ismea, sono aumentate sia le importazioni, sia le esportazioni di prodotti biologici. L’acquisto di alimenti bio da Paesi extracomunitari è aumentato del 13,1% rispetto all’anno precedente, pari a circa 210 milioni di chili, quasi un terzo delle quali sono state comprate in Asia. I cereali, le colture industriali e la frutta fresca e secca sono le categorie di prodotto biologico più importate, con un’incidenza rispettivamente del 30,2%, 19,5% e 17%.

Salgono anche le vendite all’estero di prodotti bio Made in Italy. In base ai dati raccolti da Nomisma, nel 2020 le vendite di prodotti agroalimentari italiani bio sui mercati internazionali hanno raggiunto 2,6 miliardi di euro, con una crescita dell’8% circa rispetto al 2019. I nostri prodotti bio sono acquistati soprattutto in Germania, Scandinavia, Usa e Cina. Secondo le rilevazioni di Nomisma il 19% della middle-upper class cinese delle principali città cinesi nel 2020 ha acquistato almeno un prodotto bio Made in Italy, considerandolo garanzia di qualità, soprattutto per quanto riguarda le macro-aree del lattiero-caseari, del baby food, della carne, della pasta e dei prodotti da forno. Negli ultimi dieci anni le vendite bio nella Repubblica Popolare sono volate del 923%. Nel 2018 il settore del bio aveva raggiunto in Cina un giro d’affari attorno a 8 miliardi di euro, con un balzo del 70% rispetto al 2015. La Cina, ad oggi, è il quarto mercato nel mondo per vendite bio.

In Italia nel periodo giugno 2019-giugno 2020 i consumi di alimenti biologici hanno raggiunto i 3,3 miliardi, con una crescita del 4,4% rispetto all’anno precedente. Secondo le statistiche elaborate da Nomisma, le vendite di biologico sul mercato italiano l’anno scorso dovrebbero avere superato i 4,3 miliardi di euro, dei quali 3,9 miliardi generati dai consumi domestici (+7% rispetto al 2019).  E’ aumentata l’incidenza del bio sul totale del carrello alimentare, passando dal 2,2% del 2014 al 3,6% del 2020.

La  grande distribuzione (Ipermercati, Supermercati, Lsp e Discount) si conferma il canale principale delle vendite bio nel nostro Paese, con 2 miliardi di euro di vendite nel 2020 (dato aggiornato ad agosto 2020) e un +5% sul 2019, pari al 53% del mercato nazionale (dati Nomisma). Comunque sono aumentati anche i negozi specializzati bio, dell’8% circa. I prodotti bio sono commercializzati anche attraverso canali diversi quali negozi di vicinato, farmacie, mercatini, GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), che nel 2020 hanno raggiunto un fatturato di 836 milioni di euro (il 22% del mercato domestico), con una crescita del +10%. Sono inoltre state ottime le performance dell’e-commerce, dove le vendite di biologico hanno vantato una crescita del +143% rispetto al 2019, superiore a quella segnata dai prodotti alimentari in generale (+125%).  Tra i prodotti bio più venduti in Iper e Supermercati, al primo posto si sono collocate le uova fresche seguite da frutta in composta o fresca, verdura fresca, pasta, yogurt, bevande vegetali, panificati croccanti, latte fresco e olio extravergine di oliva.

Negli ultimi anni, oltre ai prodotti bio, hanno avuto gran successo quelli  ‘healthy’, ossia quelli sani o anche e solo percepiti come tali: integratori, ingredienti benefici, prodotti funzionali arricchiti con uno o più ingredienti che fanno bene alla salute, oppure caratterizzati dall’assenza di qualche componente considerata dannosa. Si tratta dei prodotti ‘free from’, ovvero cibi senza zuccheri aggiunti, senza olio di palma, senza grassi idrogenati, senza sale, senza conservanti, senza Ogm e così via. Secondo i dati Osservatorio Immagino GS1 Italy  realizzato in collaborazione con Nielsen, nell’anno che va dal giugno 2019 al giugno 2020, il giro d’affari dei prodotti ‘free from’ è stato di circa 6,9 miliardi di euro, in crescita del 2,2% sull’anno precedente. I più gettonati sono i prodotti ‘senza zuccheri aggiunti’, che nel 2019 sono volati del 9,1%. Seguita dai prodotti dedicati alle intolleranze, con attenzione principale rivolta a glutine e lattosio.

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