08/11/2021

Europa e vendita online di generi alimentari: risorsa o minaccia? Una ricerca analizza i pro e i contro

La crisi provocata dalla pandemia ha accelerato di quattro o cinque anni la transizione all’e-commerce in Europa, specialmente nel retail alimentare. Il ricorso all’e-commerce per i generi alimentari è salito alle stelle e dovrebbe protrarsi nei prossimi anni poiché le abitudini dei consumatori sono decisamente cambiate.

 

E’ quanto emerge dallo studio di Euler Hermes, società del Gruppo Allianz e leader mondiale dell’assicurazione crediti, che ha analizzato l’evoluzione del mercato e-commerce dei beni alimentari.

 

In pratica, la penetrazione dell’e-commerce di generi alimentari, nei principali cinque mercati europei oscilla ora tra il 3% e l’11% delle vendite. La previsione di Euler Hermes è che ogni punto percentuale, sotratto alla vendita tradizionale, costituisca una minaccia per 13,6 miliardi di euro in termini di fatturato e fino a 1,9 miliardi di euro in termini di profitti (4% del totale).

La crescita dei pasti consumati a domicilio e il fiorire delle vendite di prodotti per la cura della casa e della persona hanno spinto le vendite annuali di prodotti alimentari a +5,3% nel 2020, circa il doppio dei tassi medi di crescita registrati nel primo decennio del 2000. Il trend positivo è proseguito nel 1° semestre 2021, con vendite in crescita del +2,4% nonostante il rallentamento registrato da marzo e la progressiva riapertura di bar e ristoranti.

 

Cosa significa tutto questo per le aziende che operano nel retail tradizionale?

In primo luogo, altera il gioco competitivo creando una nuova opportunità per i retailer di dare più enfasi alla comodità e al servizio rispetto alla competitività dei prezzi. Le aziende lente o riluttanti ad abbracciare la transizione digitale corrono il rischio di perdere quote di mercato.

In secondo luogo, costituisce una grande minaccia in termini di redditività: nel mercato online non è raro che i prodotti alimentari possano essere venduti anche in perdita, indipendentemente dalla modalità di consegna (click-and-collect oppure delivery) tramite i metodi più comuni di evasione degli ordini.

L’e-commerce di prodotti alimentari comporta costi più elevati, in quanto parte della catena di valore del servizio (tipicamente il ritiro dei prodotti, il pagamento e la consegna) si ritrasferisce dal cliente al retailer, mentre le spese connesse non vengono completamente riversate sulle tariffe del servizio.

Presumendo un margine EBIT (Earnings Before Interest and Taxes, che rappresenta una misura di risultato operativo prima della deduzione degli oneri finanziari e delle imposte)